In questi mesi siamo alle soglie di una rinnovata e importante stagione sindacale.
Ormai è evidente l’emergenza sociale che mette a rischio la tenuta del paese per un impressionante catena consecutiva di eventi negativi che da anni ormai porta ad un progressivo peggioramento della situazione socio- economica delle persone.
I dati statistici fotografano una situazione aspramente critica: Il 39% dei giovani tra i 15 e i 34 anni hanno un lavoro precario o comunque a tempo determinato ( il 28% sono donne); rispetto a luglio 2020, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-6,9%, pari a -173mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-3,5%, pari a -484mila), che era aumentato in misura eccezionale all’inizio dell’emergenza sanitaria (Dati Istat).
Dallo scoppio della guerra insieme al combinato disposto della crisi energetica e alimentare sono seguiti rincari generalizzati delle materie prime e la difficoltà nel reperimento delle stesse; questo ha costretto numerose industrie medio-piccole a chiudere i battenti, con gravi ripercussioni sul tessuto economico- sociale da esse dipendente.
Le altre imprese sopravvivono con sempre maggiore difficoltà, provando a ridurre i costi con le solite ricette vetero-capitaliste ( taglio del personale per esempio o della sicurezza, provocando una strage drammatica e silente di morti sul lavoro, sempre più spesso in giovanissima età).
La guerra non sembra volgere al termine anzi ormai appare completamente sfuggita di mano con enormi rischi per l’intera umanità, il Covid da anni continua a sfiancarci, la crescita esponenziale degli investimenti in armamenti che raggiungono il solo scopo di distruggere vite innocenti, stanno depauperando i salari reali provocando una impennata dell’inflazione ed un indebitamento insostenibile che lasciamo in eredità alle generazioni future.
Il tutto si innesta in un quadro di sempre maggiore assenza di voci politiche autorevoli, capaci di avere una visione di alto profilo, lungimiranza e un peso nelle decisioni che il governo prende con crescente autonomia, senza tenere conto delle esigenze reali del paese e senza interpellare le parti sociali. Esempio ne è l’impossibilità di conoscere i contenuti e le procedure di applicazione dei progetti inseriti nel PNRR.
Meritevole l’intervento di Maurizio Landini all’ultima manifestazione organizzata dalla CGIL a Roma che, sottolineando l’ elevata rappresentatività della CGIL, ha espresso con forza il malcontento per la totale assenza di rappresentatività del lavoro in Parlamento, per la totale mancanza di interlocuzione tra le parti sociali. La CGIL ha avviato il suo percorso congressuale e il Direttivo Nazionale ha licenziato i due documenti Congressuali, i quali esaminano in dettaglio il futuro della organizzazione sindacale che, nel caso in cui si rimanga inascoltati, darà vita ad una mobilitazione nel paese.
Una nuova stagione sindacale è alle porte e noi ne vogliamo essere protagonisti.
Dipartimento Comunicazione Fisac/CGIL Brindisi