VADE RETRO RUOCCO

Carla Ruocco, presidente della Commissione Bilaterale sul Credito, qualche giorno fa ha dichiarato che le filiali meridionali del Monte dei Paschi di Siena potrebbero essere accorpate dalla Banca Popolare di Bari per costituire una sorta di Banca del Sud. In realtà lei avrebbe parlato di una Bad Bank per limitare la perdita finanziaria per il Ministero dell’Economia dopo la sottoscrizione del 68% del Capitale sociale della banca senese e l’andamento negativo del valore dell’azione del Monte che ne ha parzialmente intaccato l’investimento.

Come Fisac/CGIL del comprensorio di Brindisi non siamo particolarmente interessati alle dinamiche del “fantacredito” ma siamo attenti osservatori di quel che accade nel territorio.

Lo scenario delineato dalla parlamentare pentastellata ci allarma molto almeno per un paio di ragioni.

La prima è di principio: saremmo stanchi di scelte politiche che riservano alle regioni meridionali un approccio “caritatevole” in cui si pensa ad una “Bad Bank” costituita sulle ceneri di due banche che hanno, purtroppo, evidenti difficoltà patrimoniali e che da anni, con enormi sacrifici delle lavoratrici e dei lavoratori, cercano di riorganizzarsi per costruire un futuro migliore e all’altezza della loro storia. Un simile matrimonio fondato su uno spezzatino del terzo gruppo bancario italiano insieme ad una importante banca locale che è stata costretta, per pressioni di vario tipo, a partecipare a salvataggi di altre banche che ne hanno rosicchiato la solidità patrimoniale, non ci sembra una scelta strategicamente valida. Anzi, ci appare come una scelta priva di senso.

Tra l’altro riteniamo che il Sud meriti ben altra attenzione e quindi, eventualmente, una Good Bank in grado di supportare adeguatamente le necessità di rilancio sociale ed economico di un territorio fortemente colpito prima dalla crisi finanziaria e ora dalla pandemia del Covid 19.

La seconda ragione è di natura prettamente sindacale: la fusione tra le due banche comporterebbe un costo elevatissimo tra le lavoratrici ed i lavoratori. Le consedenze sarebbero praticamente ovunque con un esubero di organici enorme e con una forte sovraesposizione finanziaria nei territori in cui non ci sono moltissime realtà economiche di particolare solidità e rilievo. A seguire ci sarebbe necessariamente una razionalizzazione degli impieghi a favore dell’economia e della società che si vedrebbero pertanto penalizzate anziché essere aiutate.

Infine, usando un po’ di buon senso, è facile ipotizzare come per lo stesso Ministero dell’Economia una simile operazione non ridurrebbe l’impegno finanziario ma semmai lo amplificherebbe con costi ancora più rilevanti.

Ci aspettavamo un’azione politica più “felpata” da parte della Commissione che è chiamata ad un arduo lavoro di indagine sulla crisi del credito e quindi più che altro sulle scelte passate di alcuni gruppi bancari. Non crediamo che alla Commissione tocchi elaborare una strategia sul futuro delle stesse aziende, cosa che invece tocca al Governo e alle associazioni di categoria e alle organizzazioni sindacali in un confronto costruttivo e mirato, lo ripetiamo, sul futuro.

Invece è arrivata sulla stampa la notizia della nomina ad Amministratore Delegato della Banca Popolare di Bari di Giampiero Bergami, fino a qualche settimana fa Direttore Generale della Banca Monte dei Paschi di Siena. Una nomina che ha scatenato le illazioni sulla veridicità delle dichiarazioni della Presidente Carla Ruocco. E nello stesso tempo ha allarmato la clientela delle due banche, preoccupate che simili dichiarazioni e scelte fossero propedeutiche ad uno stato di crisi delle due aziende.

Ancora una volta la politica italiana ha lanciato messaggi contraddittori e preoccupanti anziché comunicare con trasparenza scelte chiare. Ancora una volta i sacrifici delle lavoratrici e dei lavoratori delle due banche, moltissimi dei quali sono stati dichiarati esuberi e accompagnati alla porta, e meno male che c’è il Fondo di solidarietà che non li ha lasciati in mezzo ad una strada, corrono il rischio di essere vanificati per la mancanza di capacità di programmazione e di prospettiva.

La Fisac/CGIL di Brindisi esprime la sua netta contrarietà a qualsiasi ipotesi di “spezzatino” e richiede la conferma di un impegno politico e imprenditoriale che mantenga l’integrità dei due istituti e la piena realizzazione di un percorso di risanamento al fine di consegnare alla società e all’economia del Mezzogiorno due grandi istituti di credito in grado di sostenere le esigenze e le potenzialità dei territori. Per il Monte dei Paschi riteniamo sia necessaria la conferma della proprietà pubblica, sia a tutela delle risorse investite e sia perché è necessaria una proprietà pubblica che rilanci il Monte sul territorio nazionale in un momento così delicato per l’economia e la società, dando un profilo e un ruolo sociale che la Banca nella sua lunga storia ha sempre avuto attraverso un rapporto fecondo con i territori in cui il Monte è presente.

Per la Banca Popolare di Bari ci auguriamo che si completi al più presto il percorso di risanamento e rafforzamento patrimoniale mantenendone l’integrità perché è un istituto fondamentale per il sostegno della ripresa economica e sociale del Mezzogiorno.

Entrambe le banche hanno un ruolo che va preservato e sviluppato per il bene dei territori e delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno, a loro volta, svolto un ruolo determinante per la sopravvivenza dei due istituti nei momenti di crisi e di difficoltà.

La Redazione Fisacbrindisi.it

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