MALA TEMPORA

MALA TEMPORA

Le notizie sono finalmente positive, la vaccinazione di massa sta dando i suoi frutti, il ritorno alla quasi totale normalità sembra prossimo.

È tempo, allora, di bilanci, valutazioni, considerazioni, analisi, progetti.

Occorre, innanzitutto, partire da una accurata analisi della situazione economica, politica, sociale per operare delle scelte consapevoli sul futuro prossimo e remoto e per fornire un supporto valido alle generazioni future.

Gli indicatori di politica economica e sociale sono quanto meno contraddittori e richiedono una accurata analisi per una lettura chiara ed univoca.

I numeri della pandemia stanno progressivamente migliorando (ad oggi 21 06 2021 abbiamo 881 nuovi casi, 17 morti; il 24 % della popolazione italiana ha ricevuto una dose di vaccino, il 26,61 % ha ricevuto entrambe le dosi.); la quasi totalità delle regioni è tornata in zona bianca, il green pass europeo consentirà la libera circolazione in Europa.

Si torna alla vita normale, a fare acquisti, viaggiare, uscire a cena, andare al cinema, a riprendere tutti quei comportamenti che danno un senso alla nostra vita, avvalorando la quotidianità.

La ripresa dei consumi sarà inevitabilmente rapida, favorita dalla entità delle spese, necessarie e non, sinora procrastinate e dalla enorme quantità di fondi (209 mln di euro), che l’ Unione Europea ha messo in campo, grazie alla sapiente e pervicace negoziazione dell’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte (abilmente defenestrato quanto si è trattato, poi, di stilare il programma di destinazione dei Fondi destinati all’Italia).

Il premier Draghi, benvoluto in Europa e ben visto dalla Confindustria e dai partiti di Destra, è la longa manus tramite cui i fondi saranno gestiti.

“Sbaglieremmo tutti a pensare che il PNRR sia solo un insieme di progetti, di numeri, obiettivi, scadenze. Nell’insieme dei programmi c’è anche e soprattutto il destino del Paese”, ha dichiarato Draghi alle Camere presentando il Recovery Plan.

Affermazione quanto mai veritiera e condivisibile; meno condivisibile è l’uso che di queste somme si farà.

Il premier ha in questi giorni nominato una Commissione tecnica, composta da quattro componenti e selezionati in modo quanto mai discutibile, che hanno il compito fondamentale di gestire i fondi.

Il quadro così definito ha spinto verso l’alto le prospettive di crescita del PIL; l’ISTAT ha stimato un incremento del 4,7% nel 2021 e del 4,4 %nel 2022). L’indice di fiducia delle famiglie, a cui si prospettano stime di crescita dell’economia e di miglioramento dei mercati, ha anch’esso un andamento positivo( a Maggio l’indice di fiducia consumatori è salito al 102,3; l’indice di fiducia delle imprese a 97,3 (rilevazione ISTAT).

L’ ultimo spread BTP BUND rilevato è pari a 105,7.

I progetti del PNRR, che di seguito sintetizziamo, sicuramente inducono ad una valutazione positiva dell’operato del governo:

Recovery Plan: la ripartizione delle risorse per Mission (ITALIA OGGI 16/06/2021 ):

· Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: 40,32 miliardi dal PNRR + 0,8 miliardi da React-EU + 8,74 dal fondo complementare

· Rivoluzione verde e transizione ecologica: 59,47 miliardi dal PNRR + 1,31 da React-EU + 9,16 dal fondo complementare

· Infrastrutture per una mobilità sostenibile: 25,4 mld da PNRR + 6,06 dal fondo complementare

· Istruzione e ricerca: 30,88 miliardi dal PNRR + 1,93 mld da React-EU + 1 miliardo dal fondo complementare

· Inclusione e sociale: 19,81 mld dal PNRR + 7,25 da React-EU + 2,77 dal fondo complementare

· Salute: 15,63 miliardi dal PNRR + 1,71 da React-eu + 2,89 mld dal fondo complementare.

Quali sono, allora, le discrasie? Quali le problematiche?

Le indagini di mercato fotografano una situazione di deprecabile incremento delle disparità sociali, di famiglie che vivono in povertà assoluta, di lavoro precario, a termine, di regressione dei rapporti tra le parti sociali.

In Italia nel 2020 duemilioni di famiglie vivono in una situazione di povertà assoluta, con una crescita del 7,7 % rispetto al 2019. Il problema riguarda soprattutto il Sud, ma l’incremento maggiore si è avuto al Nord. Sono colpiti prevalentemente i lavoratori tra i 35 e i 44 anni e le famiglie numerose.

Nel primo trimestre dell’anno si sono persi quasi 900 mila posti di lavoro; il tasso di disoccupazione sale al 10,4% La lieve crescita dei contratti a termine( (+0,6%), non compensa la diminuzione dei ctr a tempo indeterminato(-1,1%) e degli indipendenti(-2,0%) (Repubblica 11.06.2021).

Le spinte inflazionistiche rilevate non sono, ad oggi, imputabili ad un incremento dei consumi, bensì ad un aumento della parte non regolamentata del prezzo dell’ energia.

Le prospettive per i giovani non sono rosee, gravati già alla nascita dal fardello del debito pubblico, peggiorato dalla pandemia, sottoposti ad un regime fiscale particolarmente gravoso, destinatari, nella migliore delle ipotesi di contratti a termine, sottopagati, sfruttati, maltrattati.

Frequenti i pestaggi in caso di espressione del malcontento o sciopero ( il culmine si è raggiunto con l’uccisione del sindacalista a Novara), assurde le elusioni colpevoli delle più basilari norme e forme di sicurezza ( vedasi il caso della manomissione della Funivia di Mottarone o dell’orditoio di Prato).

Dolosamente ignavi e colpevolmente incapaci di autoanalisi, gli imprenditori chiedono lo sblocco dei licenziamenti e lamentano la scarsa volontà di lavorare dei giovani, soprattutto se beneficiari del Rdc.

Si ignora, invece, volontariamente, l indolenza del governo nella lotta all’evasione, alla corruzione, alla equa distribuzione delle risorse tra Nord e Sud.

Da tutto questo risulta chiaro quanto sia importante, oggi più che mai, l’ intervento sindacale e la coesione delle forze politiche di sinistra che da sempre operano con ogni mezzo per la salvaguardia e la tutela dei lavoratori, dei disoccupati, dei più deboli.

È TEMPO DI DIVENTARE PROTAGONISTI DEL NOSTRO FUTURO, PRENDENDO IN MANO LE REDINI DELLA SITUAZIONE ED AGENDO SULLE LEVE A NOSTRA DISPOSIZIONE. IL FUTURO DIPENDE DA NOI.

Alessia Friggione

Dipartimento Comunicazione Fisac/ CGIL Brindisi

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